Alla vigilia della liberazione di Roma tra i rappresentanti delle principali correnti — l’onorevole Emilio Canevari (socialista), l’onorevole Giuseppe Di Vittorio (comunista) e l’onorevole Achille Grandi (democratico cristiano) — è stata sottoscritta la Dichiarazione sulla realizzazione dell’unità sindacale (altrimenti chiamata « patto di Roma »). con la quale è stata sancita la costituzione di un’unica organizzazione dei lavoratori italiani.
Il “patto di Roma” (al quale aveva lavorato assiduamente anche Bruno Buozzi, fucilato a La Storta dai tedeschi in fuga il 4 giugno), costituisce un patto di estrema importanza per il mondo del lavoro, poiché indica il superamento della deleteria divisione sindacale che caratterizzò l’epoca prefascista; poiché, nel momento storico in cui avviene, tende a galvanizzare la lotta unitaria dei lavoratori contro i nazifascisti dell’Italia occupata, mentre spezza i tentativi scissionistici manifestatisi nell’Italia del sud; poiché, infine, apre le condizioni per una più fruttuosa azione sindacale a vantaggio dei lavoratori, nella vita economica, politica e sociale dell’Italia post-liberazione