Lo sciopero delle mondine 17 maggio 1944


Dalla metà del maggio, nelle risaie locali, iniziano agitazioni che giungono a numerosi scioperi.

In aprile erano già stati costituiti i primi comitati di squadra e di gruppo delle mondine a Medicina, Molinella, Baricella, Malalbergo, San Pietro in Casale e Galliera. Intanto venivano stampati migliaia di manifestini che erano distribuiti nelle risaie della provincia; essi incitavano le mondine alla lotta per l’affermazione dei loro diritti contro gli schiavisti agrari protetti dai nazifascisti.

« Mondariso della pianura Bolognese! Esigete dai padroni profittatori l’immediata soddisfazione delle vostre assolute esigenze: Due coperture per bicicletta. Aumento dei salari fino a L. 6 d’ora più L. 10 di indennità di presenza. Corresponsione di Kg. 4 di riso per ogni giornata di lavoro. Colazione al mattino e minestra a mezzogiorno a carico dei padroni. Se non otterrete soddisfazione Scioperate. Il Comitato delle Mondariso».

La scintilla scocca a Medicina. Il lunedì 15 maggio iniziano lo sciopero cinquecento mondine, che si astengono dal lavoro anche nei giorni successivi. Nei giorni 19 e 20 maggio, il numero delle scioperanti diventa milleduecento coinvolgendo le piane di risaia da mondare. I proprietari di risaie, sotto la pressione, contrattano e concordano nuove condizioni.

Le conquiste realizzate dalle mondine medicinesi non sono quelle rivendicate ma, nel loro complesso, ottengono: duecentocinquanta grammi di pane in più della normale razione, due chilogrammi di riso in natura per giornata di lavoro, una minestra a mezzogiorno, quaranta grammi giornalieri di marmellata, la distribuzione di circa seicento coperture per bicicletta e impegno per nuove distribuzioni di coperture nonché un taglio di vestito.

Il 19 maggio i braccianti del comune di Ravenna e di Conselice iniziano un’agitazione per avere nuovi salari per la falciatura dei fieni. Di fronte alla minaccia dei lavoratori di scendere in sciopero qualora non siano accolte le richieste, gli agrari cedono.

A Ravenna accettano di corrispondere duecento lire giornaliere per la falciatura e centocinquanta lire per il pagliaio. A Conselice i braccianti strappano quindici lire orarie per i lavori ordinari e trenta lire all’ora per la falciatura, nonché centocinquanta lire giornaliere per il pagliaio. Gli agrari si oppongono invece alle richieste delle braccianti ravennati di avere quindici lire orarie.

Le lavoratrici, allora, iniziano immediatamente uno sciopero che si protrae per tre giorni, il 19 ed anche il 20 e il 22, finché non ottengono quanto richiesto. Visti i successi raggiunti, il comitato segreto d’agitazione dei braccianti, in accordo con il comitato di liberazione nazionale, lancia un apposito volantino per la effettuazione di scioperi onde ottenere « la concessione di gomme per biciclette e per l’aumento delle razioni di grassi e di carne ».

Lo sciopero si effettua con una buona partecipazione nei giorni dal 23 al 25 compresi. A Mezzano di Ravenna i braccianti vi partecipano in massa il 24. Nello stesso giorno a Santerno di Ravenna, un gruppo di fabbri e di meccanici si astiene dal lavoro. Il 25 maggio nelle frazioni di Ravenna, San Pietro in Vincoli, Santo Stefano, Mezzano, Carraie, Sant’Alberto e Savarna, tutti i braccianti non intraprendono il lavoro.

La forte agitazione, tuttavia, non consegue tutti i risultati possibili perché — afferma una relazione critica — non è continuata oltre i tre giorni fino a piegare « i padroni, i dirigenti delle cooperative, i nazi-fascisti … se volevano che il fieno si salvasse ».

Come la stampa clandestina diede la notizia dello sciopero.

Fronte operaio

LO SCIOPERO DELLE MONDINE

Le mondine della Bassa Bolognese si sono messe in isciopero. Le lavoratricidi Molinella, di Medicina, della Selva, di Malalbergo, di Altedo hanno abbandonato i campi per nove giorni e non sono valsi i soprusi, le violenze, gli arresti a farle recedere dalla lotta, che è continuata serrata, decisa, con una compattezza ammirevole, fino alla vittoria assoluta.Le mondine hanno vinto!

Non ci sono state transazioni e nonostante che gli agrari fascisti, ancora per un’ultima volta, siano ricorsi ai vecchi arnesi costituenti le forze che hanno sempre espresso il terrorismo che brutalmente ha imperversato in questi lunghi anni di oppressione, nonostante si sia ricorso ancora alla violenza, ai tentativi di ricatto, a minaccie di soppressione, lo sciopero è continuato e ha rivelato una espressione così alta di solidarietà di classe, quale da molti anni non ci era dato più di vedere.

Perché, quando le mondine di Medicina avendo avute riconosciute dagli agrari tutte le rivendicazioni per le quali erano scese in isciopero, ritornando nei campi, venivano a sapere che una quindicina delle loro compagne di Molinella erano state arrestate durante l’agitazione, abbandonavano nuovamente compatte il lavoro, dichiarando che non lo avrebbero ripreso se non quando le loro compagne fossero state rilasciate. E le donne di Molinella vennero rimesse in libertà, se si volle che le valorose mondine di Medicina riprendessero il lavoro.

E vanno ricordate anche le brave lavoratrici del ferrarese che, chiamate e trascinate dagli agrari e dagli squadristi di quella zona — che sono tra le più canaglie e i peggiori delinquenti che il fascismo agrario abbia potuto esprimere — per sostituire nel lavoro le masse scioperanti, decisamente vi si rifiutarono, e ritornarono ai loro paesi attraversando Molinella cantando e manifestando tutta la loro solidarietà colle compagne in lotta.

Lo sciopero, deciso dalle mondine e sostenuto da un Comitato di unità sindacale, è stato organizzato e si è svolto, trascurando i sindacati fascisti, che le lavoratrici  della Bassa hanno voluto completamente ignorare, in quanto le esperienze di questi lunghi anni avevano loro dimostrato come tali organismi fascisti abbiano sempre servito gli agrari, opponendosi od ostacolando sistematicamente qualsiasi umana ed economica rivendicazione dai lavoratori affacciate. E gli agrari della zona, hanno dovuto subire la volontà delle masse scioperanti, sanzionando, con la loro accettazione, l’esclusione dei Sindacati fascisti da tutte le trattazioni svoltesi.

Vittoria, questa, morale e politica, della cui importanza debbono trarre insegnamento tutte le altre categorie di lavoratori, che tanta fermezza, talvolta, non hanno saputo dimostrare. L’agitazione ha viste schierate, colla stessa risolutezza nella lotta, le vecchie mondine le cui carni logorate dal sole e dal fango delle marcite, segnano, marcate sulle dure facce, le rughe profonde, quali distintivi di vecchie battaglie combattute, e le giovani che, dalle tradizioni gloriose delle anziane, hanno saputo trarre insegnamento per conquistarsi, colla prova coraggiosamente vinta, il merito e l’orgoglio d’essere le degne continuatoci di quelle masse lavoratrici per cui la Bassa Bolognese è sempre risultata essere stata l’avanguardia di tutto il proletariato rurale, nelle battaglie civili per il riscatto della classe contadina dal servaggio degli agrari.

E colla stessa sensibilità politica che queste donne hanno saputo dimostrare nell’imporre e nel condurre lo sciopero, strappata la vittoria, sono ritornate al lavoro, conscie della importanza che nel quadro della più grande battaglia, che tutto il popolo italiano combatte contro i residui del fascismo e contro i tedeschi, ha la conservazione della produzione agricola per la resistenza e per la più  grande vittoria. Così che il ritorno al lavoro per le mondine rappresenta la partecipazione diretta alla guerra per la liberazione di tutto il proletariato italiano.

Quest’oggi si richiede da loro che i prodotti della terra, che esse lavorano con tanta fatica, siano preservati per il popolo e per tutti i combattenti della liberazione. Domani, invece, queste veterane e queste giovani lavoratrici, orgoglio e vanto di una generazione di classe che si voleva spenta, ma che è più viva che mai, ove gli avvenimenti lo richiedano — e così sarà certamente — ridiscenderanno incolonnate e decise per battersi ancora, fianco a fianco, con tutti i nostri combattenti, fino alla definitiva liberazione, fino al trionfo di tutto i proletariato, contro le forze della reazione schiavista e del militarismo hitleriano.

La pseudo autorità provinciale fascista ha disposto che il grano del prossimo raccolto in ragione di due quintali per persona, venga distribuito a tutte le categorie della popolazione. L’agitazione a questo proposito iniziata dal Partito Socialista di Unità Proletaria con un manifesto al popolo bolognese e sorretta dalla pubblica opinione ha conseguito una piena vittoria.

Esempio fulgido degli effetti sicuri che la solidarietà raggiunge contro qualsiasi opposizione, monito a chi si ostina a respingere la volontà popolare, garanzia per la lotta di domani contro l’oppressione tedesca e fascista.

 

CRONACA DELLE MONDINE

A Medicina le mondine, in numero circa 1200, hanno scioperato per una settimana intera imponendo una serie di importanti rivendicazioni fra cui: la distribuzione di 600 coperture per biciclette, la colazione al mattino con 250 gr. di pane e 40 di marmellata, la minestra a mezzogiorno, la costruzione di rifugi antischegge e impianto di sirene sui luoghi di lavoro. Le mondine medicinesi continuano compatte e decise la loro lotta. Brave le mondine medicinesi! continuino con volontà la lotta, avranno soddisfazione.

A Molinella le mondine hanno imposto ai padroni la distribuzione di un piatto di minestra a mezzogiorno e 250 gr. di pane a spese dei padroni. Successivamente hanno scioperato per un giorno intero imponendo ai padroni il pagamento perduto per l’allarme. Bene mondine molinellesi! come siete riuscite a strappare dalle mani sporche dei padroni il pagamento delle ore d’allarme, così riuscirete ad imporre tutte le vostre giuste richieste. Siate unite in un sol blocco per la rivendicazione dei vostri diritti.

Autore: Comandante Lupo

Ho ricercato e raccolto storie di vita, di guerra, di resistenza. Ne ho pubblicate, altre sono ancora da scrivere. Sono sempre alla ricerca di nuove storie se vuoi aiutarmi nella ricerca contattami.

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