18 marzo 1945 eccidio di Soragna (PR)


Antefatto

Il 14 marzo 1945, un gruppo di partigiani della 38ª Brigata Garibaldi cerca di catturare alcuni fascisti nei dintorni di Soragna. La cattura doveva servire per effettuare uno scambio di prigionieri detenuti nelle carceri di Parma. Ma l’azione non riesce e nello scontro rimane ucciso un militare delle Brigate Nere e altri tre rimangono feriti.

A seguito di questa azione il Comando Provinciale della XXVII Brigata Nera ordina una rappresaglia da effettuarsi a Soragna in Viale Verdi antistante il muro di cinta della Rocca dei principi Meli-Lupi.

La strage

Tra il 17 e il 18 marzo 1945, venngono prelevati cinque partigiani delle SAP, già reclusi nelle carceri di Parma, e tradotti nella località prestabilita per essere giustiziati mediante fucilazione.

Il parroco di Soragna, Don Bruno Binini, la mattina del 19 marzo, ne raccolse i corpi riconsegnandoli ai familiari, nonostante la proibizione tedesca che, col bando Kesselring ne proibiva la rimozione per tre giorni e ne decretava l’esposizione pubblica come monito per la cittadinanza.

Le vittime

Aldo Arbizzani  di Parma di 42 anni, impiegato

Renato Co’ di Torrile ma residente a Colorno, 17 anni, contadino

Emilio Ferrari di Sorbolo, ma residente a Colorno, 18 anni, contadino

Ferdinando Rivara di S.Secondo, residente a Colorno, 18 anni, contadino

Walter Silvestri di Sissa ma residente a Colorno, 20 anni, contadino.

 

Ferdinando Rivara

Dopo l’armistizio si unisce ai partigiani, entrando nelle fila della 78ª brigata Garibaldi SAP (Squadra di azione patriottica). Tradito da una delazione, viene catturato dalle Brigate Nere mentre si trova nella propria abitazione. Condotto a Parma, viene incarcerato nello scantinato del tribunale, dove rimane fino alla notte tra il 17 e il 18 marzo 1945, quando viene prelevato dalla cella e condotto a Soragna (PR) per essere fucilato contro il muro di cinta del parco della residenza dei Principi Meli Lupi.

Ha scritto una lettera alla famiglia prima dell’esecuzione

17 – 3 – 45

Cara mamma e babbo adorati

vi scrivo queste due righe con mano tremante per farvi sapere che ho poche ore di vita, sono innocente e rassegnato mi sacrifico contento dal cielo vi benedico vi ricordo e sempre vi amo vi abbraccio con  tenerezza e vi bacio tutti.
Mamma da un bacio a Rosa per me e non disperatevi.
Muoio volentieri perché sono certo che sarò vendicato.

Innocente vi bacio con affetto

vostro figlio
Nando Rivara

Autore: Comandante Lupo

Ho ricercato e raccolto storie di vita, di guerra, di resistenza. Ne ho pubblicate, altre sono ancora da scrivere. Sono sempre alla ricerca di nuove storie se vuoi aiutarmi nella ricerca contattami.

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