Gli “eroi” della “rivoluzione fascista” omaggiati lo scorso 23 marzo al cimitero Monumentale di Milano dai reduci della Rsi, dagli Arditi d’Italia e da Lealtà azione


I nomi, uno per uno: una banda di assassini

Al cimitero Monumentale fu eretto, nel 1925, agli inizi del regime fascista, un sacrario, dove furono progressivamente raccolte le salme di tredici squadristi. A scolpirlo Armando Violi, deceduto nel 1931, autore, tra l’altro, dei cavalli alati in marmo che spiccano dalla facciata anteriore della stazione Centrale. L’opera, tra il liberty e l’art déco, di qualche metro di altezza, era originariamente composta dalle statue di tre giovinetti in posa eroica, uno dei quali con in braccio un fascio littorio sormontato da un’aquila con le ali aperte. Alla base una targa con dedica.

Nella parte posteriore, una ripida scaletta introduce ancor oggi a una cripta. Nelle fotografie del 1940 il tutto è ancora ben visibile, seppur di difficile lettura l’iscrizione. Finita la guerra, con tutta evidenza, il fascio e l’aquila furono asportati, così la targa commemorativa. Posto oggi nel «Campo B rialzato di levante», il monumento si confonde fra gli altri, senza particolari segni di riconoscimento.

Solo il 26 aprile 1981 qualcuno, firmandosi «un gruppo di amici», pose una nuova targa in bronzo «A perenne ricordo dei 13 giovani ventenni qui sepolti», seguita dall’elenco dei nomi. Ebbene, tra i nomi ospitati nel sacrario figurano Ugo Pepe, il figlio ventunenne dell’ammiraglio Gaetano Pepe, studente di ingegneria al Politecnico di Milano, autore di diverse spedizioni punitive tra il Veneto e Milano (tentò anche, nel luglio del 1921, di far saltare a Treviso con tubi di gelatina la sede centrale del partito repubblicano). Ferito mortalmente nel capoluogo lombardo la sera del 23 aprile 1922 da due revolverate nei pressi di Porta Romana, spirò all’ospedale. I funerali si tennero al cimitero Monumentale, il 26 successivo, alla presenza di Mussolini e centinaia di squadristi lombardi, liguri e veneti. Forse proprio per questa ragione la nuova targa del 1981 è stata posta giusto il 26 di aprile.
Prima di Ugo Pepe erano comunque morti per «incidenti sul lavoro»: Aldo Sette, di diciassette anni, rimasto ucciso il 20 marzo 1921 nel corso di una spedizione al quartiere Greco, all’epoca roccaforte socialista, e Franco Baldini di 48 anni, colpito a morte con arma da fuoco a Roma, in trasferta, nel novembre 1921, durante gli scontri, proseguiti per quattro giorni, in occasione del congresso costitutivo del Partito nazionale fascista. L’anno successivo, nella notte fra il 15 e il 16 luglio, era stato invece ucciso a Milano lo squadrista ventenne Eliseo Bernini, mentre, poche settimane dopo, il 4 agosto 1922, erano cadute tre camicie nere: il venticinquenne Cesare Melloni, il ventiduenne Emilio Tonoli e il trentenne Edoardo Crespi. I primi due durante l’assalto con bombe e fucili alla sede de l’«Avanti!», il terzo in piazzale Procaccini. Il sansepolcrista Paolo Grassigli morì, in ospedale, il 29 ottobre 1922, dopo essere stato ferito a pugnalate in uno scontro con i socialisti nel corso di una “spedizione punitiva” l’8 ottobre.
A lui venne anche intitolata una piazza, dalle parti di Dergano, poi cancellata nel dopoguerra.
Vittorio Agnus Dei Pensi, iscritto al Fascio di Milano, perì, il 26 dicembre 1926 a Musocco colpito da arma da fuoco durante una “ispezione”. Lo squadrista Loris Socrates morì, invece, qualche anno dopo, il 22 maggio 1924, a Fleshum in Libia, ucciso da un ascaro “impazzito”, mentre Luca Mauri, ammalatosi, se ne andò il 30 marzo 1930 come “grande invalido della Rivoluzione”. Enzo Meriggi, iscritto l fascio di Mantova, scomparve il 2 giugno 1934 per le conseguenze sulla sua salute derivanti dal suo “servizio”.
Della morte violenta, infine, di Orazio Porcu, avvenuta nel luglio 1930, dette notizia «Il mattino illustrato». Nel numero anche un servizio sulle sue esequie. Niente più che un’accozzaglia di miseri assassini.
È proprio vero, ognuno ha gli “eroi” che si merita.

Fonte: osservatoriodemocratico.org

Autore: Comandante Lupo

Ho ricercato e raccolto storie di vita, di guerra, di resistenza. Ne ho pubblicate, altre sono ancora da scrivere. Sono sempre alla ricerca di nuove storie se vuoi aiutarmi nella ricerca contattami.

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