L’ex arcivescovo di Firenze ‘Giusto fra le Nazioni’


Il riconoscimento ad Elia Angelo Dalla Costa, a capo della diocesi toscana durante la Seconda guerra mondiale, per aver salvato centinaia di ebrei. “Ebbe un ruolo centrale nell’organizzazione di una vasta rete di soccorso”
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26 novembre 1944 Rastrellamento di Cumania


Il 26 novembre 1944 cominciò un grande rastrellamento che, nelle intenzioni dei Tedeschi, doveva annientare tutte le formazioni partigiane e ripulire le montagne della Val Sangone e le frazioni alte di Cumiana. La zona era già stata interessata agli inizi di aprile da un’altro rastrellamento.

La prima tappa fu la Verna di Cumiana: nella notte tra il 26 e il 27 novembre un reparto tedesco salì da Cumiana verso la Verna; alle 6.45 il borgo fu circondato.
In una casa i partigiani stavano festeggiando un colpo riuscito: si sentivano i loro canti e le loro voci, per cui fu facile raggiungerli.
Giovanni Bert fu il primo ad essere colpito a morte, mentre si recava a dare il cambio alla sentinella di guardia.

I Tedeschi, saliti in nottata, avevano avuto il tempo di fissare le mitragliatrici in posizioni elevate a poche decine di metri sopra le baite.
L’unica via di scampo fu gettarsi nei prati a valle. Il comandante “Rossi” uscì dalla baita del comando e lanciò ordini con la pistola in pugno, ma in pochi minuti caddero ben 5 compagni.
Il resto della banda uscì a piccoli gruppi, allo scoperto, tentando la fuga attraverso i prati in discesa.

Nelle baite della Verna restarono il vice-comandante Foresti, pochi partigiani, tra cui Gianni Gino e Ugo Buzzolan.
Essi tentarono un’estrema resistenza e poi decisero di calarsi da un poggiolo, mentre sventagliavano raffiche di mitra per tenere a distanza i Tedeschi che si avvicinavano sempre di più. Ma Buzzolan, che un mese prima era rimasto ferito in un incidente (dove trovò la morte Roberto Coletto), non poteva camminare e allora i suoi compagni tentarono di aiutarlo e, proprio nel tentativo di aiutare il compagno, Gianni Gino cadde colpito in fronte.

La caccia ai ribelli durò fino a notte, nei boschi tra la Verna, Cumiana e la frazione Dalmassi di Giaveno: 14 partigiani e 5 civili furono uccisi, una decina di civili catturati, la Verna incendiata.
Cadde anche Giuseppe Bonino. Della banda “Rossi” pochi riuscirono a fuggire; il comandante Fausto Gavazzeni, venne catturato qualche giorno dopo e internato a Mauthausen, dove morirà
nel marzo successivo.