Mocci Pirro


Nasce il 16 gennaio 1875 a Bologna. Meccanico. Iscritto al PSI.

La sera del 25 marzo 1921 viene costituita la sezione persicetana del Fascio di combattimento in una sala dell’Albergo «La Posta» nel centro della città; a questo scopo si recano a Persicelo, con due automobili, alcuni fascisti di Bologna, i quali hanno uno scontro con alcuni socialisti («uno scambio vivace di parole che degenerò in una breve colluttazione» e nel ferimento dell’operaio Pino Moci, il quale morì il giorno dopo).

 

Contrastanti le versioni del fatto.

Così lo ricorda Marino Cotti:

Nel 1921, non rammento la data esatta, il comunista Pirro Mocci, autista del Consorzio Cavamente Palata, fu aggredito dai fascisti che lo colpirono coi manganelli nel corso principale di Persiceto. Egli riuscì a fronteggiarli ed a sottrarre il bastone al primo provocatore, colpendolo alla testa. Gli altri s’arrestarono per un attimo, impauriti. A tradimento, un fascista che gli si era portato alle spalle, gli sparò a bruciapelo con una rivoltella uccidendolo. Ai funerali, nonostante le diffide ricevute dalla polizia, partecipammo in moltissimi cittadini portando bandiere rosse e scortati da un gruppo antifascista di Anzola composto da uomini risoluti ed armati.

La versione di Marino Cotti è confermata dalla testimonianza orale di Elio Martinelli, il quale, seminascosto in un angolo del portico, potè sentire Pirro Moci gridare ad un certo punto: «Ragazzi, il paese è tranquillo, lasciatelo stare…»; un fascista lo colpì alle spalle con due colpi di rivoltella.

Che i colpi furono sparati alla schiena risulta anche dal referto del medico dell’Ospedale: «Ferite d’arma da fuoco al dorso penetranti in cavità.»

Sostanzialmente non difforme la testimonianza coeva riportata nel volume Fascismo.  Un’inchiesta socialista sulle gesta dei fascisti in Italia, Milano, 1922, risi. 1963, 283-284: 

Persiceto.  La sera del 25 marzo arrivarono da Bologna su di un’automobile, 4 fascisti per costituire la sezione del Fascio anche a Persiceto.

Passando con la macchina davanti al Caffè Martini, si fermarono, e uno di essi, per il fatto che un ragazzo aveva mormorato qualche frase a loro rivolta, scese dall’automobile e colpì l’operaio Mocci Pirro con un pugno inglese. Il Mocci, a sua volta, cercò di difendersi con un bastone, ma non ne ebbe il tempo, perché un altro fascista, sceso anch’esso dall’automobile, sparò due colpi alla schiena. I fascisti partirono indisturbati. Il Mocci il giorno dopo cessava di vivere.

Nessun arresto, benché l’autorità sapesse i nomi degli aggressori.

Per l’esattezza, il fascista Bartolini, è accusato della sua morte, il 23 novembre 1921 fu processato e assolto con formula piena. 

I due quotidiani bolognesi del tempo, favorevoli ai fascisti, diedero una diversa versione del fatto.

L’Avvenire d’Italia del 27, in una lunga nota pervasa da sentimenti di odio verso gli avversari politici, cercò di avvalorare la tesi che il colpo mortale fosse partito «dalla rivoltella di qualche bolscevico poco pratico nell’uso di tale arma».

Anche Il corriere della sera riporta l’episodio

Sanguinosa inaugurazione

 Sanguinosa inaugurazione del fascio di San Giovanni in Persiceto (Bo).
Un’automobile carica dì fascisti si blocca dinanzi al caffè Martini per punire un gruppo di avventori che avevano commentato negativamente il passaggio del veicolo ucciso l’operaio Pirro Mocci.

Autore: Comandante Lupo

Ho ricercato e raccolto storie di vita, di guerra, di resistenza. Ne ho pubblicate, altre sono ancora da scrivere. Sono sempre alla ricerca di nuove storie se vuoi aiutarmi nella ricerca contattami.

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