Gino Lucetti Anarchico


Nasce a Carrara il 31 agosto 1900. Lucetti partecipa alla Grande guerra come «Ardito» nei reparti di assalto. Insieme a lui non sono pochi gli Arditi che abbracciano l’ anarchia, tanto da ritrovarsi uniti nel fronteggiare il fascismo nascente. Nel maggio 1921 prende a sberle uno dei fondatori del Fascio di Avenza ed è costretto a riparare in Francia.

Qui rimane fino al 1924, ma l’ anno successivo un nuovo scontro, questa volta a revolverate, con i fascisti lo costringe a riparare a Marsiglia. Tornerà in Italia solo il 2 settembre 1926: alto un metro e settanta, un vestito marrone appeso a un corpo gracile, una cravatta rossa che sarà citata da tanti testimoni, i capelli ricci e arruffati e in tasca una settantina di lire. In mano ha un fagotto con le due bombe a mano, in testa un’ idea precisa e nella cintura dei pantaloni una pistola che non riuscirà mai a usare. Se ne lamenterà in commissariato: «Non sono venuto con un mazzo di fiori per Mussolini. Ero intenzionato di servirmi anche della rivoltella qualora non avessi ottenuto il mio scopo con la bomba». Lucetti prende alloggio alla pensione Trento e Trieste in via San Martino ai Monti dove si presenta come commerciante. Mangia in una osteria di via Merulana e intanto studia come ammazzare il dittatore: compie sopralluoghi in via del Tritone e in via Nazionale, prima di scegliere il piazzale di Porta Pia.

L’11 settembre 1926, sul piazzale di Porta Pia a Roma, lancia una bomba contro l’automobile su cui viaggiava Mussolini. La bomba rimbalza sulla macchina ed esplode a terra ferendo otto passanti. Lucetti viene immediatamente immobilizzato da un passante, tale Ettore Perondi, e poi raggiunto dalla polizia. Dalla perquisizione subito effettuata Lucetti gli trovano una pistola caricata a proiettili dum-dum. Nel corso delle indagini la polizia cerca invano le prove di un complotto, arresta la madre, il fratello e la sorella di Lucetti, vecchi amici carraresi e anche chi ha alloggiato con lui in albergo. Lucetti dopo l’arresto in commissariato dichiara: « Non sono venuto con un mazzo di fiori per Mussolini. Ma ero intenzionato di servirmi anche della rivoltella qualora non avessi ottenuto il mio scopo con la bomba.» Mussolini usce completamente illeso dall’attentato e dichiara inoltre che se la bomba fosse riusciuta a penetrare all’interno della vettura l’avrebbe potuta tranquillamente raccogliere per scagliarla a sua volta contro l’attentatore. Venuto a conoscenza che Lucetti fosse giunto appositamente dalla Francia, Mussolini appena giunto a Palazzo Chigi rivolse alla folla accorso un infiammato discorso in cui accusa il governo francese di tollerare sul proprio suolo numerosi antifascisti. « Ma da questa ringhiera io voglio pronunziare alcune gravi parole che debbono essere esattamente interpretate da chi di ragione: bisogna finirla. Bisogna finirla con certe tolleranze colpevoli e inaudite di oltre frontiera…se veramente si tiene all’amicizia del popolo italiano, amicizia che episodi di questo genere potrebbero fatalmente compromettere.» Il Governo Italiano tramite l’ambasciatore Avezzana richiede alla Francia l’estradizione dei fuoriusciti italiani. Il Governo francese nega tale possibilità invocando il rispetto delle leggi dell’ospitalità ciononostante dichiara che non avrebbe tollerato altri abusi da parte dei cittadini italiani là rifugiati.

Lucetti viene processato nel giugno 1927 e condannato a 30 anni di carcere. Con lui vengono condannati a pene di circa vent’anni come complici anche Leandro Sorio e Stefano Vatteroni

« Sentenza n. 20 dell’11-6-1927 Pres. Sanna – Rel. Buccafurri
L’11 settembre 1926 l’anarchico Gino Lucetti attenta alla vita di Mussolini a Porta Pia in Roma. Due altri anarchici, a carico dei quali si può provare soltanto che sono amici del Lucetti, vengono ugualmente condannati a gravi pene. (Attentato a Mussolini, ferimento, tentativo di provocare pubblico tumulto) Lucetti Gino Avenza (Ms) nato 31-8-1900 marmista 30 anni; Vatteroni Stefano Avenza (Ms) nato 21-2-1897 stagnino 18 anni 9 mesi; Sorio Leandro Brescia nato 30-3-1899 cameriere 20 anni»

ma sull’organizzazione dell’attentato non è mai stata fatta piena luce. Una parte della storiografia, ha avanzato l’ipotesi che il gesto di Lucetti fosse stato accuratamente preparato e l’organizzazione avesse coinvolto numerose persone di varie città italiane. Comunque sia, in seguito, Vincenzo Baldazzi, uno dei massimi esponenti degli Arditi del Popolo e poi della Resistenza romana, fu condannato per aver fornito la pistola a Lucetti, in seguito lo stesso Vincenzo Baldazzi fu nuovamente condannato per un aiuto finaziario fornito alla moglie di Lucetti.

Nel 1943 Lucetti è liberato dagli Alleati da poco giunti a Napoli. Lucetti prende quindi alloggio sull’isola di Ischia, ma muore il 15 settembre 1943 nel corso di un bombardamento effettuato da bombardieri tedeschi.

Autore: Comandante Lupo

Ho ricercato e raccolto storie di vita, di guerra, di resistenza. Ne ho pubblicate, altre sono ancora da scrivere. Sono sempre alla ricerca di nuove storie se vuoi aiutarmi nella ricerca contattami.

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