Il testamento di Nora «Saldate il conto del libraio»


Trenta studenti del Bo in partenza per la Polonia hanno ricostruito le storie di alcuni universitari e docenti padovani morti nei campi di concentramento

“Vite perdute da ricordare”. Trenta studenti dell’ateneo patavino, per lo più del terzo anno di Scienze politiche, giuridiche e studi internazionali, per mesi si sono sprofondati nelle vite di quindici studenti ebrei del Bo che furono deportati e morirono nei campi di concentramento. Hanno spulciato documenti, letto testimonianze, ricostruito tracce, cercato fonti, recuperato fotografie; ne hanno desunto le speranze, immaginato i pensieri: insomma, hanno restituito una biografia, del periodo universitario in particolare, ad alcuni studenti o docenti la cui esistenza fu prima sfregiata dalle leggi razziali del 1938 e poi devastata dalla deportazione nei lager.

Ne è venuto fuori un lavoro, specialissimo e coinvolgente, portato a termine sotto la guida di Alba Lazzaretto, docente di storia contemporanea. Non più numeri o silenti nomi orfani di storia: quei ragazzi, che avevano la stessa età dei 30 studenti che ne hanno ricostruito le storie, tornano persone.

Furono oltre 200 tra studenti e docenti ad essere espulsi dall’università in quanto ebrei. Nora Finzi, Giorgio Arany, Gemma Bassani, Paolo Tolentino, Giuseppe Kròo, Eva Ducci, i professori Augusto Levi o Augusto Goldbacher o il giovanissimo studente del Tito Livio Alvise Levi. Tra i molti.

Ecco qualche stralcio delle loro biografie, a partire dai quattro studenti “di razza ebraica” iscritti a Padova nell’anno accademico 1938-39 che furono deportati e uccisi nei campi di sterminio. Nora Finzi, nata nel 1909 a Trieste: si diplomò al classico di Trieste e poi venne a Padova dove si iscrisse a Lettere. Si laureò il 28 giugno del 1941 con una tesi in storia delle religioni. E tornò a Trieste dove, il 14 dicembre del 1943 i tedeschi irruppero in casa e la arrestarono assieme al padre Vittorio. Il 6 gennaio del 1966 fu deportata ad Auschwitz: anche il padre era stato destinato ad Auschwitz ma morì all’arrivo, dopo quattro giorni di viaggio stipato in uno dei vagoni dell’orrore. Non si sa la data della morte di Nora. Fu trovato però il suo testamento, scritto nel 1934 e rivisto nel 1940: raccomandava, in caso di morte, di saldare il suo conto dal libraio e si preoccupava di sistemare i suoi libri: «sono ciò che ho amato di più».

E poi Giorgio Arany, figlio di Desiderio e Caterina Goldberg, che nacque in Ungheria nel 1919. Arrivò a Padova e si immatricolò nel 1937-38 alla facoltà di Ingegneria. Il 6 marzo del 1944 i tedeschi lo arrestarono a Trieste: prima San Sabba, poi il carcere e l’11 luglio del 1944 Auschwitz. Dove morì. Era iscritto a Ingegneria al Bo anche Giuseppe Kroò, nato a Budapest nel 1919, figlio di un aiuto-farmacista: chiese il trasferimento a Milano perché lì aveva dei parenti che potevano ospitarlo mentre a Padova viveva da solo e le spese erano troppe. Fu deportato ad Auschwitz: morì durante l’evacuazione del campo, dopo l’aprile 1945.

E Paolo Tolentino, nato nel 1917 in Austria da genitori italiani: si iscrisse a Lettere a Padova nel 1935, poi con la famiglia si trasferì a Roma dove, nel 1944, fu arrestato dagli italiani: prima Verona, poi il campo di Fossoli (in Emilia), poi Auschwitz. Dove morì. E morì ad Auschwitz Gemma Bassani, di Chioggia, che si laureò in Letteratura nel 1933. Dopo le leggi razziali insegnò alla scuola ebraica di Padova. Nel 1944 fu portata al campo di concentramento di Vo’ Vecchio. Il treno per Auschwitz. La fine. Sono solo alcune, piccole e gigantesche vite riportate alla luce. Narrate. L’ha detto il rettore Giuseppe Zaccaria ai 30 studenti autori delle ricerche che il 3 maggio partiranno per quattro giorni ad Auschwitz (l’Ateneo sovvenziona il 35% della spesa): «Se la vendetta è il racconto, allora ri-vendicate il diritto-dovere di raccontare, di ricordare i nomi, i cognomi, i, corsi di laurea a cui erano iscritti o insegnavano tutti quelli che sono passati per le nostre aule e che, indifesi, furono lasciati andare alla morte».

Fonte: il mattino di Padova

Autore: Comandante Lupo

Ho ricercato e raccolto storie di vita, di guerra, di resistenza. Ne ho pubblicate, altre sono ancora da scrivere. Sono sempre alla ricerca di nuove storie se vuoi aiutarmi nella ricerca contattami.

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