Castellino canta… ma via Rasella non è un attentato!


“Roma non deve intitolare una via ad uno stragista come Bentivegna, è una vergogna! Il ‘gappistà, non solo uccise soldati e civili (tra cui Piero Zuccheretti di 12 anni), ma fu il vero responsabile della tragedia delle Fosse Ardeatine. Se si fosse consegnato centinaia di innocenti non sarebbero stati uccisi. Ma sia Bentivegna che i suoi mandanti sapevano bene cosa stavano facendo”.
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La lista Jacchia un giallo nella lotta di Liberazione


Con la denominazione di “Lista Jacchia” si intende un elenco con i nomi di 119, 108 secondo altra versione, intellettuali e imprenditori antifascisti bolognesi, che sarebbe stato trovato nella borsa di Mario Jacchia il 3 agosto 1944, quando fu arrestato a Parma. Secondo i fascisti la lista è autentica, mentre a parere dei familiari e degli amici di Jacchia si trattò di una macchinazione fascista. Dopo l’arresto Jacchia è sparito e molto probabilmente è finito ad Auschwitz (Polonia).

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La Repubblica di Montefiorino e i partigiani


Intervento svolto dal partigiano Ermenegildo Bugni  “Arno” in occasione
del dibattito:
Dalla piccola alla grande Repubblica
La Repubblica di Montefiorino – i partigiani – la linea gotica
Giornata di studio e attività laboratoriali rivolta
principalmente agli studenti degli Istituti scolastici
delle Province di Bologna e Modena
Palazzetto dello Sport e della Cultura “Enzo Biagi”
Lizzano in Belvedere – 28 ottobre 2011

la-repubblica-di-montefiorino-e-i-partigiani in formato pdf.

Oscar Gandolfi racconta


Ho fatto parte della 7ª GAP fin dall’inizio della guerra di Liberazione.
Avevo 19 anni e facevo il droghiere: la mia famiglia è sempre stata antifascista e non feci molta fatica a diventare partigiano.
Io facevo parte di una squadra con il compito di individuare i gerarchi fascisti responsabili del terrorismo e le spie al servizio delle SS tedesche.

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Il significato del 25 aprile


di  “JACOPO”  Aldo Cucchi
vicecomandante della divisione partigiana Bologna

Discorso tenuto in Piazza Maggiore il 25 Aprile 1946

Qual’è per noi partigiani il significato del 25 aprile? In questa ricorrenza si compendiano tutte le sofferenze, tutti i sacrifici, tutte le torture, tutti gli eccidi a cui è stata sottoposta la popolazione di una regione, che non ha voluto subire i soprusi del millenario nemico teutonico e dei suoi servi nostrani. Dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945, la nostra terra d’Emilia e di Romagna fu tutta percorsa da un fremito di ribellione, che si concretò nelle brigate partigiane ed ebbe il suo momento culminante nella vittoriosa insurrezione popolare liberatrice.

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15 aprile


1944

Val della Torre
Viene ucciso Mutatero Carlo.  Nasce a Val della Torre il 2 Dicembre 1919. Militare nei reparti GAF (guardia alla frontiera), l’8 Settembre del 1943 ritorna a casa, per entrare il 15 ottobre nelle formazioni partigiane. Comandante della 17ª Bgt. Cima col nome di battaglia “Carlin” Cade  insieme al compagno Callet, sulla strada Alpignano – Val della Torre, in regione Grange di Brione durante uno scontro a fuoco con un reparto Guardia Nazionale Repubblicana.

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Eccidio della Benedicta


Alla ” Benedicta “, antico convento trasformato in cascinale, situato sul Brio  dell’Arpescella, a sud ovest del Tobbio (Appennino ligure piemontese),era sistemata l’intendenza della terza brigata “Garibaldi”. Questa era meta di molti giovani che, per sfuggire ai bandi di reclutamento e ai rastrellamenti, ingrossavano le file di due unità partigiane; la terza “Garibaldi” e la brigata
autonoma “Alessandria”.

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Brigata 5a Bonvicini Matteotti


La brigata Matteotti di pianura — che si chiamò ufficiosamente seconda brigata Matteotti e, ufficialmente, quinta brigata “O. Bonvicini”  della divisione Bologna — operò nella zona compresa tra Molinella, Medicina, Castelguelfo e Massalombarda. In questa parte della “bassa” agricola, tra Bologna e Ravenna, gruppi armati si erano andati costituendo subito dopo l’8 settembre, sotto la guida di Giuseppe Bentivogli il capo spirituale dei lavoratori molinellesi e di vecchi capolega, che non avevano piegato il capo davanti al fascismo, come Giulio Fattori. Continua a leggere “Brigata 5a Bonvicini Matteotti”

23 marzo 1944 – Roma


L’attentato di via Rasella del 23 marzo 1944 continua a stimolare posizioni revisionistiche che lo vorrebbero ridurre a «terrorismo». Ma durante la guerra erano gli stessi comandi inglesi a considerarlo un legittimo atto di resistenza

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16 febbraio 1944


Un tentativo di ditruggere il deposito d’esplosivi e munizioni a Villa Contri fallisce. La villa in via della Barca adibita a polveriera nel periodo del R.S.I. diventa obiettivo di una nuova azione il 20 settembre 1944 per prelevare munizioni ed esplosivi.

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